Il presente è troppo breve per contenere il tuo Io, il tuo Io è più grande!

Noi siamo i nostri ricordi?

Quando guardi la carta di identità, la foto non è fatta in quell’istante li; una persona è quel passato. Il libro di Daniel Defoe il Capitano Singelton (una storia di pirati), è la storia di uno che si scrive la sua biografia. Comincia dicendo, Io devo scrivere la mia biografia perché sono un uomo illustre. Tutti gli uomini illustri scrivono la propria biografia.

Copertina della edizione inglese del libro di Defoe

Il mio problema, scrive, è che Io non so chi sono.. Non so come mi chiamo, non so da dove vengo perché quando ero piccolo una donna mi ha rapito, una zingara mi ha allevato, ma poi è stata impiccata e Io non so niente dei miei natali.. Ad un certo punto so che avevo 12 anni.. Non so come mi chiamo, non so che talenti ho e non me ne importa niente; e per tutta la vita ho ragionato in questo modo, diventando un grandissimo pirata. Ho vissuto pensando, Io non so chi sono e non importa perché importa quello che faccio…

E se stessimo sbagliando?

A leggere questa cosa del 1720 circa, c’è una distanza enorme da noi che sembrerebbe nel passato, in realtà è un punto evolutivo che la nostra epoca non ha ancora raggiunto. La nostra epoca adesso, da un centinaio di anni, è fissata in particolar modo su una ricerca intitolata: “Io chi sono?”

Si va dallo psicanalista, dallo psicoterapeuta… E poi “Lavoro su me stesso”.. “Ricostruisco la mia personalità”… E SE STESSIMO SBAGLIANDO in questo senso? Quando Io cerco di capire chi sono Io, cado nell’illusione di pensare che Io che cerco di capire e Io che sono capito, siano la stessa persona..

Questa illusone è stata rafforzata moltissimo, nella nostra civiltà da un rituale, un Sacramento che tutti abbiamo fatto…

Imprinting

Quando comincia la pubertà, cioè quando una persona comincia ad avere ricordi “fissi”, comincia il periodo del così detto “imprinting”, ovvero delle forti emozioni che avvengono tra i 9 ed i 14 anni che non si possono più togliere. Se uno non sa di aver ricevuto l’imprinting, vive sempre con quella forma che gli è stata data. In quel periodi li, ci hanno insegnato a fare la confessione… Ti ricordi come funziona? Ci sono i peccati di pensieri, parole, opere e omissioni. Parole, opere e omissioni, vabbè sono facili da individuare. Interessante è il peccato di pensiero.. In realtà è terribile il peccato di pensiero. Perché il peccato di pensiero vuol dire che dentro di te, nasce una “installazione” critica, censoria, che mentre la tua mente pensa, una parte della tua mente, guarda la mente che pensa e controlla la mente che pensa mentre pensa..

E’ una bella trappola!

Prima pensavi “intero”, adesso imparato questo, pensi all’80% mentre il 20% ti controlla. E siccome controllare è più facile che pensare, piano piano il 20% aumenta e diventa l’80% che controlla il 20% che pensa. Questo serve per la confessione, perché alla confessione tu vai ed in 5 minuti devi raccontare di te.. Problema: quanto tu facevi la confessione, dicevi al verità?S! Era la vostra verità? No! Era la verità dell’ascoltatore! Lui aveva il suo schema, aveva la sua idea, pensava che ci fossero peccati di pensiero, tu magari non lo pensavi ma dovevi dirli.. Raccontavi su di te, la verità di un’altro.

E pensavi che quello che stavi dicendo fosse te. E’ una bella trappola! La fai a 9 anni, poi per tutta la vita. Ad esempio la psicoanalisi nasce da li. Certo, li non hai 5 minuti, ne hai 45, vai 3 volte a settimana e paghi. Paghi lo psicoanalista, questa figura interessante che c’è solo in occidente, per la quale tu “noleggi” l’orecchio di una persona, cioè tu lo paghi perché sta zitto a sentirti. In altre civiltà, questa professione non c’è mai stata, al massimo si paga uno perché parli, ma non perché ascolti e basta.

Lo psicoanalista..

Dunque, lui ti ascolta e tu parlando gli dici la verità su di te che non è la tua verità, è la sua verità. Di nuovo, quando fai la dichiarazione dei redditi, c’è da compilare il modulo. Come avrai visto, c’è nome e cognome, indirizzo, e c’è un quadratino, con scritto sesso. Le possibilità sono solo 2, M o F! Se metti B oppure K, nessuno capisce cosa vuoi dire perché non è previsto. Anche sul sesso ti viene posta una scelta che non è quello che tu sei davvero, è la verità di un altro che pensa che il mondo sia diviso in due sessi, in realtà di sessi mi risulta ce ne siano tanti quante sono le persone, ma probabilmente sarebbe troppo lungo da mettere nel modulo di dichiarazione..

Sono stato quello che gli altri hanno voluto..

Il passato che uno ha, quando dice Io sono, Cartesio diceva “cogito ergo sum”, per noi dovrebbe essere: “penso dunque sono stato”. Sono stato quello che gli altri hanno voluto per un sacco di tempo. Il Capitano Singelton, ad un certo punto ha dei rimorsi dopo una carriera da pirata, e decide di smettere. Si trova con tantissimi soldi, vuole tornare in Inghilterra ma non può, perché se torna in Inghilterra scoprono chi è lui; lui diventa Io sono, ed egli non vuole questo. Sceglie quindi di mascherarsi da persiano e vive tutta la sua vita essendo un altro. Ricchissimo, felice, non è mai se stesso per tutte le 300 pagine del libro. Pirateria a parte, è un manuale di libertà straordinario.

Non far caso a quello che tu sei, perché quello che tu sei è la verità altrui, è qualcosa che hai raccontato ad altri..

Bergson dice, l'Io è il suo passato
Henri Louis Bergson (1927)

Pensa che la maggior parte dei tuoi conoscenti, inconsapevolmente, segue un filosofo francese che si chiama Bergson. Bergson dice, l’Io è il suo passato e le azioni che una persona fa, le decisioni che prende, le scelte che uno fa, sono come i figli di un padre, sono figli del tuo passato. A quel tempo suonava bene questa cosa. In realtà è un incubo. Perché quello che tu sei stato agli occhi degli altri, istante dopo istante nella tua vita, determina quello che tu puoi essere di volta in volta. Come liberarsene?

L’Io è nel tempo? Nel presente, passato o nel futuro?

C’è un modo molto bello, è una cosa un po metafisica da descrivere ma in realtà è semplice geometria. Noi siamo nel tempo, si sà, l’Io è nel tempo. Dove sia l’Io nello spazio non è sicuro, perché tutti gli psicologi dicono che è dentro la testa, non mi risulta personalmente che l’Io sia dentro il corpo. Tutti hanno avuto delle precognizioni, pensi ad una persona e la incontri dopo 5 minuti.. Gli occhi non la hanno vista, il tuo Io la aveva vista quindi il tuo Io sta fuori. Il corpo ha bisogni che tu non hai e tu hai bisogni che il corpo non ha. Quando dormi tu sei li con il corpo ma nel frattempo tu vai lontanissimo nel sogno. Quindi che l’Io sia dentro il corpo è un pò un problema. Però per quello che riguarda il tempo è abbastanza semplice, Io sono nel tempo, per la durata di una vita…

Il filoso franchese Jean-Paul Sartre

Il tuo Io è molto più grande del presente..
Jean-Paul Sartre nel 1967

Qui c’è un gioco interessante che fa un filosofo francese che si chiama Sartre, facile da imparare, molto bello, ed anche sconvolgente; egli dice: poniamo che l’Io è nel tempo, però se vogliamo essere precisi, sappiamo che il tempo è fatto di presente futuro e passato, allora se l’Io è nel tempo deve essere in uno di questi 3. Nel futuro, non c’è. Tu non puoi sapere se quello che pensi adesso in futuro avverrà. Tu puoi dare appuntamento a te stesso tra una ora davanti ad un qualche luogo conosciuto, però puoi anche non andarci, così se li ad aspettare a te che non arrivi…

Il futuro non è sicuro, invece il tuo Io è sicuro, lo senti il tuo Io. Non è nel futuro, è qui. Il tuo Io è nel presente dicono tanti.. E’ nell’adesso. Su questo punto Sartre dice: il presente, realmente presente, è una frazione di secondo talmente rapida che per dire adesso, basta che apri la bocca per dirlo ed è già passato.. Tanto è rapido che non si può nemmeno misurare. Appena lo pensi è già passato… Il tuo Io è molto più grande di così. Il tuo Io non è neanche nel presente.

Il presente è troppo breve per il tuo Io

Non è nel futuro, non è nel presente.. Allora poniamo che l’Io è nel passato. Questo sembrerebbe vero. Tutto quello che tu sei, come detto prima è memoria di qualcosa.. Però c’è una differenza radicale, il passato è irrimediabile si sà, il tuo Io è rimediabilissimo, si può cambiare in qualsiasi momento. Il passato è irrimediabile, se Io raccolgo un trifoglio da terra, quel trifoglio non può più essere riattaccato. Se Io accendo un fiammifero, quel fiammifero non può più essere riacceso, perché è entrato nel passato.

A questo punto c’è un grosso problema, l’Io non è nel futuro, sei troppo grande per essere nel presente, e non sei nel passato perché non sei irrimediabile. Il tempo è fatto di presente passato e futuro, quando sei? La risposta molto materialistica di Sartre è, tu non sei nel tempo. Quando dici Io sono Francesco, ci sono 2 persone, c’è Francesco che è nel tempo, ma che non c’è, egli è un prodotto di verità altrui, è una specie di burattino Pinocchio, che si muove mosso da altre mani, e poi c’è Io che è uno che in questo momento fa essere Francesco..

Io sono Francesco, non è Io uguale Francesco..

Il soggetto Io che usiamo tantissimo durante la giornata, quando citofoni e chiedono e tu rispondi son Io, quell’Io li, è una dimensione fuori dal tempo, che nel mondo che sei abituato a considerare reale, diventa il tuo nome cognome e la tua storia, ma non sono uguali. Io sono Francesco, non è Io uguale Francesco, è Io faccio essere Francesco qua adesso, ma Io non sono quello li. Francesco a me non mi conosce neanche… Io conosco lui ma lui non mi conosce.. E’ piccolissimo rispetto a me (dico Francesco per fare un esempio, naturalmente tu puoi usare il tuo nome).

Liberarsi dal proprio passato

Liberarsi in realtà dal tempo e da tutto ciò che uno ha intorno, è uno spostamento di equilibrio, di punto di baricentro. Tantissimi danno realtà a Francesco, si può con la stessa semplicità dare realtà a Io. Ti gira un pò la testa all’inizio, perché cominci a vedere che quella persona che tu conosci e che si muove e che tu quando lavori su te stesso pensi di scoprire, in realtà non c’è niente da scoprire di quello, lo conosci già bene, e non è te.

Nel mondo di tutti, tu non sei quello che sei davvero..

Sartre dice una bella frase che è un po un mantra che si può imparare: nel mondo di tutti, tu, non sei quello che sei davvero, e sei quello che non sei. In qualsiasi istante Io posso dire quello è Francesco e non sono Io, e tutte le esperienze che faccio per conoscere me stesso, non conosco affatto me stesso, conosco quello li (Francesco). Passato! Ad esempio, Collodi parla proprio di questo, di come il burattino, impara a diventare un bambino, ad un cero punto, alla fina dell’ultima pagina del libro, Pinocchio che è diventato un bambino, vede il burattino, e dice una frase bellissima: “come ero buffo quando ero burattino”.

Noi siamo quel burattino li in tutta la nostra giornata. E’ bella la frase “come ero buffo quando ero burattino”, non è come ero triste, come ero terribile, come è buffo pensare che Io sia stato solo quello. Pensare che Io sia stato solo quello che ho raccontato di me, con la lingua degli altri per far piacere agli altri…

Lo Shiva Sutra

Per concludere, uno che non centra nè con Collodi nè con Sartre, che si chiama Shiva, un indiano, che è un Dio interessantissimo, ha tutta una serie di testi, più o meno contemporanei hai vangeli nostri. C’e ne è uno molto bello che si chiama lo Shiva Sutra, che son le istruzioni per diventare Shiva. Tu leggendolo sai quello che si deve fare per diventare Shiva, per avere gli 8 poteri. Uno dei poteri è molto bello, sapere cosa è scritto in tutti i libri del mondo anche prima di averli letti.. L’introduzione alle istruzioni per diventare Shiva, è un mantra, più bello di quello di Sartre (Io sono quello che non sono e non sono quello che sono), per questo mantra bisogna sapere cosa significa Atman.

L’Atman grande e l’Atman limitato

In occidente è tradotto di solito come Sè. Traduzione sbagliata totalmente, perché Sè è un pronome riflessivo. Atman è tutto meno che riflessivo. Perché l’Atman non puoi mai conoscerlo, non puoi mai rifletterci sopra. Atman in Sansclito vuol dire vento, spirito. Solo che Atman viene usato da Shiva per dire Io. Quindi per andare sulla strada di Shiva, che a guardar bene è la stessa di Gesù, che diceva che se sei nato dal vento senti il vento (Giovanni cap.3, sembra quasi che Collodi, Gesù e Shiva si conoscessero, ma questo è un altro discorso).. Dunque il mantra; Atman vuol dire Io, però l’Io quello grandissimo, quello fuori dal passato presente e futuro, Io sono Francesco, l’Atman è Io non è Francasco, Francesco si chiama Atman limitato nel linguaggio di Shiva.

Il mantra

Il mantra è questo, è da imparare a memoria, ci pensi nei prossimi 30 anni, via via si chiarisce, ogni mezzora ti sembra di averlo capito perfettamente, è vero, ogni mezzora lo hai capito perfettamente, però di mezzora in mezzora lo capisci in modo diverso. Dunque, l’Atman è il danzatore (si fa riferimento alla danza di Shiva; devi sapere che Shiva danza sempre, ad un certo momento prende un pezzo del tuo passato e lo trasforma nel tuo futuro, prende un pezzo del tuo futuro che tu credevi che fosse futuro e ti fa vedere invece che è passato, una illusione, e continua a fare queste danze..).

l’Atman è il danzatore

Quindi, l’Atman è il danzatore, l’Atman limitato, il burattino di poco fa, è il palco scenico, i sensi sono gli spettatori. Uno capisce questo, poi per forza sa cosa dicono tutti i libri… Ripeto, l’Atman, quello che tu sei davvero è lo spettacolo, quello che ti hanno insegnato ad essere, il tuo Atman limitato, non è una illusione, non è brutto, è solo il palco scenico.. i tuoi sensi, la vista, il tatto, il gusto, l’udito, l’olfatto, l’intuizione, la memoria, la sapienza, la felicità, aperti sul modo, sono spettatori, e devono scegliere se seguire la danza o guardare con attenzione il palco scenico… La maggior parte delle persone che conosci passa tutta la vita sino all’ultimo minuto, a guardare il palco scenico. Pensando che sia tutto li lo spettacolo.. E non vede lo spettacolo in corso! Il tuo passato è il palco scenico, su questo palco scenico si muove il tuo Atman.

Cominciano le sorprese

Se tu cominci con i tuoi sensi a vedere il palco scenico come palco scenico ed il tuo Atman come Atman, cominciano le sorprese… Con l’inizio di queste sorprese, il fatto che tu sappia cosa dicono tutti i libri, tradotto in italiano vuol dire che non ti servono più maestri. Perché lo spettacolo è cosi bello e la libertà che ne esce è cosi travolgente, che non hai neanche tempo di ascoltare i pareri degli altri, che comunque sono pareri di persone che stanno guardando il loro spettacolo…

VIDEO DELL’ARTICOLO IN LINGUA SPAGNOLA

Fonte: Dal web…